Una scrivania. Una macchina da scrivere, l’inseparabile Lettera 22. Un mangianastri. La fioca luce di una lampada. Pier Paolo Pasolini. È la notte tra il primo e il due novembre del 1975, un Pasolini intimo e inedito.
L’autrice reggina Katia Colica scandaglia i rapporti tra Pierpaolo, l’amata madre Susanna e il fratello Guido, morto partigiano a soli diciannove anni. Questo atroce lutto è evento fondante nel romanzo di formazione del giovane Pasolini e informerà tutta l’esistenza della sua famiglia: lo patisce atrocemente la madre e lo patisce atrocemente Pier Paolo, che si ritrova ad essere orfano di un affetto delicato che mai riuscirà a ritrovare.
PPP Amore e Lotta – Dico il vero è una tragedia familiare, una disperata ricerca del tempo perduto; e non solo il tempo della vita di Pasolini, ma anche e soprattutto il tempo della nostra storia, il tempo in cui nel nostro paese esistevano intellettuali capaci di indirizzare le coscienze dei cittadini e di toccare i gangli più esposti delle contraddizioni profonde della nostra società.