Nella seconda metà del XIX secolo il territorio cremonese fu colpito da una grave crisi agricola a causa dei sistemi arretrati di coltivazione ed una delle possibili soluzioni presa in considerazione fu quella di migliorare il sistema irriguo.
Infatti, nonostante la presenza di Adda, Oglio e Po, senza tralasciare la risorgenza dei fontanili, molte zone del territorio risultavano difficilmente irrigabili. Un miglioramento dei sistemi di canalizzazione delle acque avrebbe permesso di aumentare o, quantomeno, migliorare le colture di granturco, frumento, lino, prati.
Uno tra i più attivi sostenitori di queste idee fu l'ingegner Pietro Vacchelli, il quale partì da un'idea formulata dagli ingegneri Fieschi e Pezzini, ossia quella di prelevare acqua dall'Adda, portandola verso la pianura cremonese attraverso un nuovo canale.
Allegando il progetto originario dei già citati ingegneri Fieschi e Pezzini, il Comitato Esecutivo dell'Associazione Promotrice, in data 17 agosto 1881, presentò domanda al Governo per ottenere la concessione a derivare 25 mc/sec dal fiume Adda.
Il 26 marzo 1883 si costituiva il Consorzio per l'Incremento dell'Irrigazione nel territorio Cremonese, con lo scopo di costruire il canale.
Il Governo assentiva la concessione, per trent'anni, con un Regio Decreto del 1884 con livello massimo concesso all'idrometro posto a valle dell'opera di presa fissato a m 1,50.
Il progetto di dettaglio, fatto studiare dal Consorzio sotto la direzione dell'ingegner Pezzini, porta la data 21 agosto 1885; venne approvato dal Ministero per i Lavori Pubblici nel corso dello stesso anno.
Nasceva così il “Canale Marzano”, dalla località dove è collocata l'opera di presa lungo l'Adda, che pur trovandosi poco a monte di Spino, per un curioso gioco di confini si trova nel comune lodigiano di Merlino.
Solo dopo la scomparsa del suo maggior propugnatore, avvenuta nel 1913, il “Canale” assumeva la denominazione con la quale è universalmente nota: il canale Pietro Vacchelli.
Il Canale Vacchelli
Il canale Pietro Vacchelli costituisce tuttora la maggiore opera idraulica per l'irrigazione della provincia di Cremona. Realizzato dal Consorzio Irrigazioni Cremonesi tra il 1887 ed il 1892, esso trasporta 38,5 mc/sec di acqua dal fiume Adda sino alla località "Tombe Morte" in comune di Genivolta, dove le sue acque si uniscono a quelle derivate dal fiume Oglio nel cosiddetto "territorio della Calciana", e vanno ad irrigare un comprensorio di oltre ottantamila ettari.
I primi stralci esecutivi venivano redatti fra la fine del 1884 ed il 1885, i lavori cominciarono nella primavera 1887.
Le prime dispense avvennero nell'estate del 1890; il canale entrò regolarmente in funzione alla fine del 1891; la vasca alle 'Tombe morte' fu costruita fra l'autunno del 1893 e la primavera dell'anno successivo.
Tutto il canale e le banchine sono su proprietà consorziali derivanti dagli espropri avvenuti all'epoca della costruzione.
Negli anni dopo la prima guerra mondiale il Consorzio alienò diversi reliquati limitando la proprietà a tre metri dal ciglio. Negli atti è anche detto che il Consorzio vi manteneva il diritto di gettare lo spurgo derivante da metà canale sui terreni venduti.
La prima concessione, di durata trentennale, fu rilasciata con Regio Decreto 21 agosto 1884. In essa si fissò il livello massimo, all'idrometro posto a valle dell'opera di presa, pari a m 1,50.
Col Decreto Luogotenenziale 24 ottobre 1915 la concessione a derivare 25 mc/sec fu rinnovata a perpetuità.
Con decreto 19 giugno 1948 la Pubblica Amministrazione accordò la concessione a derivare altri 12 mc/sec (di cui 4,2 a sanatoria); durata della concessione 70 anni. La portata complessiva del canale salì quindi a 37 metri cubi al secondo.
Nel 1961 il canale Pietro Vacchelli ottenne altri 1,50 metri cubi al secondo quale quota parte dell'"acqua nuova" prodotta con la regolazione del lago di Como.
La competenza nominale è quindi di 38,50 metri cubi al secondo per tutto l'anno.
I comuni consorziati
Sull'edificio di presa sono murate alcune lapidi commemorative e, tra queste, l'elenco dei comuni consorziati. Scorrendo l'elenco si notano località oggi accorpate quali Ca' de' Stefani, oggi frazione di Vescovato, Binanuova e Gabbioneta, oggi un unico comune, Ossolaro, oggi frazione di Paderno Ponchielli, Carpaneta Dosimo e Persico, uniti oggi nell'unico comune di Persico Dosimo; il nome di Paderno Cremonese è l'odierno già citato Paderno Ponchielli mentre tra i comuni soppressi figura anche il nome di Due Miglia: era tutta la fascia esterna al centro storico di Cremona, all'epoca entità amministrativa autonoma.