Il documento più antico che riguarda la famiglia Casati risale al 30 giugno 869. Le origini della nobile famiglia sono longobarde e si fanno risalire ad un certo Apollonio, vicario generale per la Lombardia dell'imperatore Lotario II. Apollonio dopo aver sconfitto una banda di guerrieri, i Conti di Casate, si insediò nel loro castello. I suoi tre figli diedero origine alla discendenza con cognomi diversi ma con l'unico stemma caratterizzato da un castello rosso merlato alla ghibellina, contenuto in due trecce, con sopra la corona comitale.
La famiglia vanta tra i suoi membri illustri personaggi: uomini d'armi, amministratori, giuristi, ambasciatori, consiglieri di Stato, prelati e pure due beati: Beatrice Casati, monaca francescana morta nel 1490 e papa Innocenzo XI, beatificato nel 1956.
Altro celebre antenato, reso famoso da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi, fu padre Felice Casati, frate cappuccino guardiano del convento di Milano. Ricco di spirito, attivo e disposto ad un dono totale di sé, ebbe la completa responsabilità del lazzaretto durante la famosa peste del 1630.
I Casati risultavano dal 1581 nell'elenco delle antiche nobili famiglie patrizie milanesi, dette anche famiglie decuriali perché solo da esse si potevano scegliere i decurioni della città, una nomina a vita che dava onori, privilegi ed alte cariche pubbliche.
Il titolo prestigioso di Conte Paladino, ossia sommo dignitario e ministro del re che sovrintende al supremo tribunale regio, venne invece conferito a Cristoforo Casati nel 1783.
Il titolo di conte di Spino e Nosadello venne confermato a Giuseppe Casati (1673-1740) da re Carlo VI nel 1730 con trasmissione primogenitale maschile. Il conte Giuseppe colto umanista, mecenate di letterati pittori, avviò il primo intervento di rielaborazione del palazzo.
Un altro conte Giuseppe (1762-1833) ampliò la residenza di famiglia: studioso, esperto di vita politica, commendatore della corona di ferro, consigliere di Stato e prefetto di Lodi, aveva un gusto artistico raffinato che trasmise nella ristrutturazione della villa è nella costruzione del famoso minareto, nonché agli affreschi commissionati a Pietro Ferrabini.
Nel 1833 morì giovane Cristoforo, figlio di Giuseppe, lasciando quali eredi due figlie femmine, Paola e Marianna; quest'ultima sposò il nobile Paolo Zineroni di Bergamo che unì al proprio cognome quello dei Casati, dando vita al ramo Zineroni-Casati.
Nella prima metà del XX secolo il discendente Paolo, non avendo figli, fece unire ai propri cognomi quello di Riccardo Dell'Orto, marito della sorella Costanza: fu il nipote Luigi ad ereditare la villa.
Lo stemma
Scudo d'argento alla torre di rosso coperto, entro a due trecce piegate in cerchio.
La corona di conte è costituita da un cerchio d'oro arabescato e smaltato con punte terminanti in sedici grosse perle, di cui solo nove visibili.